Bad Boy Bubby
Bubby non è cattivo, Bubby non è un'assasino, Bubby non è un pervertio, Bubby non è un criminale...Bubby è un'uomo di 35 anni frutto di due genitori che non avrebbero dovuto fare figli, ma che per "loro fortuna" hanno portato nel mondo un'uomo buono e tanto innocente.
Abbandonato dal padre, Bubby cresce in uno scantinato con una madre fanatico-paranoide che lo ha privato di ogni libertà e di un'educazione che non gli ha permesso di sviluppare un proprio intelletto così da renderlo un'eterno bambino.
Ma quando gli eventi vengono stravolti dallo stesso Bubby e farà il suo ingresso nel mondo, si ritroverà a riscontrarsi con una realtà che lo maltratterà e il suo disagio, i suoi modi infantili e le sue abitudini un tantino bizzarre lo renderanno vittima di un sistema che non conosce il linguaggio di chi non ha avuto delle possibilità istruttive "normali".
Ma questo non gli impedirà di vivere la sua vita, fatta di scoperte, amicizie e amore, anche se privo di ogni moralità o capacità di giudizio, e si lascerà trasportare dalle situazioni di caos, musica, sesso e degrado, vivendo una realtà grottesca, scioccante e oltre il limite del politically correct e del blasfemo.
Il film parte nei peggiori dei modi, dove i prima 40 minuti circa sono lo specchio di tutto quello che non dovrebbe essere un genitore, tra incesto e maltrattamenti fisici e psicologici, per poi arrivare ad un finale fin troppo buonistico e ottimistico che forse stona un pò con il racconto che il regista, Rolf de Heer, ci vuole narrare.
Ma proprio gli ultimi 30 minuti del film sono il sogno utopico di un mondo che odia e disprezza, ma che allo stesso tempo dà la possibilità di ricredere in una speranza di accettazione, dove là fuori c'è sempre qualcuno che ci accoglierà per quello che siamo, senza quella malata perversione di voler cambiare ciò che siamo.
Bad Boy Bubby è un'opera che fa male ma necessaria e nonostante sia uscito nel 1993, è un film potente e rilevatore, affrontando temi che mantengono la loro attualità nel tempo. Il suo impatto persistente a la sua capacità di far riflettere e sfidare questioni sociali che accomunano tutti noi.
Una feroce satira di un mondo incastrato nella sua follia più cupa, e una metafora alla ribellione dei padri padroni, genitoriale o sociale che sia.
Arrivo qua da Instagram perché dal 1993 ad oggi è la prima volta che un altro essere umano mi cita questo film, che porto inciso a fuoco nel cuore sin da quando Tele+1 l'ha trasmesso in italiano e sono caduto sulla via di Bubby. Un film osceno e offensivo, io che ero cresciuto con Hollywood, un film che mi ha decomposto, destrutturato, distrutto, ha mandato all'aria ogni canone dimostrandomi che bisogna distruggere prima di ricostruire, e il film mi ha distrutto e poi ricostruito. E da quel giorno porto sempre Bubby nel cuore, perché il mondo là fuori è orribile e incomprensibile, la gente fa cose strane a cui non so reagire, ma basta canticchiare il Bad Boy Bubby Blues…