Beaten to Death
Sebbene molti film horror abbiano a che fare con il soprannaturale o con villains che sfidano le leggi della natura, a volte le cose più orribili che si possano immaginare sono quelle compiute da normali esseri umani. Questo film prende tutto l’orrore impensabile dell’uomo, proponendo alcune delle scene più agghiaccianti della memoria recente e la sua visione vi farà trasalire, urlare di dolore e probabilmente vi porterà a coprirvi gli occhi.
Film australiano scritto e diretto da Sam Curtain, può essere classificato come un B-Movie Estremo che sovrappone immagini ad alto contrasto tra colori accessi e desaturate, mettendo in scena il totale rifiuto di trovare conforto in qualsiasi luogo.
La natura esplicita e grafica del film è ciò che rende questo lungometraggio stuzzicante. Gran parte di ciò che il protagonista, Jack, subisce lascerà un segno indelebile, anche quando l’orrore viene mostrato fuori campo con tutta la sua efferatezza, lasciando libera l'immaginazione dello spettatore, rendendo l'esperienza ancora più potente.
Un tour de force che ci impone di sostenere una sopravvivenza primordiale e angosciosa mentre il corpo di Jack affronta la terribile violenze fisiche e psicologiche che gli vengono inflitte. La sua sofferenza e il suo esaurimento diventano palpabili e nemmeno i pochi momenti di apparente calma riescono a distrarre dalla violenza estenuante che subisce.
Curtain dirige abilmente e con crudezza un film che vuole mostrare il dolore senza fare sconti a nessuno, offrendo al pubblico un posto d’onore verso un terrificante viaggio visivo e psicologico che non lascia nessuna tregua dalla follia.
La storia è piuttosto semplice e “banale”, ma anche ricca di intensità e di una regia intelligente, sostenuta da una straordinaria performance fisica di Thomas Roach.
Beaten to Death non intende offrire una visione leggera o piacevole. Ma piuttosto un’osservazione di come una scelta sbagliata e apparentemente innocua possa portare a conseguenze terribili, fino alla sua rivelazione finale che evocherà la domanda se ci sia un senso oltre a quello di testare quanto il corpo umano possa sopportare e quanto le punizioni siano all'altezza del crimine.
Indipendentemente dalla risposta che il film susciterà nello spettatore, non c'è dubbio che il regista fornisca una provocatoria prova di orrore estremo.
Questo tipo di film è indubbiamente non per tutti, e anche coloro che proveranno un brivido d’esaltazione nell'assistere alla brutalizzazione di un’essere umano, potrebbero ritrovarsi a implorare pietà.
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