Birth/Rebirth
Il mondo dell'horror si sta sempre più addentrando verso tematiche futuristiche e distopiche con un'occhio vigile e critico agli avanzamenti della scienza e quello che ciò può comportare alla vita dell'essere umano, soprattutto riguardo al corpo femminile che sempre piu spesso mette le donne alla mercé di professionisti medici che trattano il dolore delle donne con cavillosa indifferenza.
Questo film del 2023 diretto da Laura Moss, ci porta in un mondo freddo dove le emozioni non sembrano esistere e tutto è devoto alla ricerca scientifica e totalmente solitaria della Dr.ssa Rose, tecnica impiegata all'obitorio, ossessionata dall'idea di curare la morte.
Quando la figlia dell'infermiera Celie trova una morte prematura, ecco che Rose vede in questo corpo senza vita l'opportunità di mettere in pratica il suo progetto.
Rose, dal canto suo e in cerca di risposte incappa nel corpo della figlia attaccato ad una macchina nell'appartamento della moderna frankestein.
Il film risulta lento e angoscioso, dove la ragione va svanendo per lasciare spazio ad un piano folle dettato dal dolore, spingengendosi fino e oltre il limite di un'etica morale che va sempre più scomparendo.
La morte è sicuramente l'aspetto più oscuro della vita, molte domande ci poniamo su questo passaggio finale ed inevitabile. Ma per quanto faccia paura, anche a noi amanti dell'horror, dei killer efferati e delle uccisioni più crude e fantasiose, non possiamo negare che questo aspetto apportato alla nostra vita abbia un sapore totalmente diverso.
La questione della rinascita o dall'avere una seconda possibilità è stata affrontata quest'anno anche dal film "Resurrected", e come possiamo immaginare e come abbiamo potuto vedere le conseguenze non fanno sperare per il meglio.
Questo film non vuole mostrarci il dopo, come il sopra citato film, ma bensì il durante e portarci a comprendere che forse una seconda possibilità nella vita non è data darci e così tristemente dobbiamo accettare il nostro destino senza giocare a fare Dio, perché è solo un gioco che può ritorcerci contro.
Ma qui non si parla solamente di resurrezione, in modo assai raccapricciante ed efficace, questa pratica utopica si incrocia con la paura di noi portatrici di utero: a volte non considerate neanche come esseri umani, ma come semplici contenitori di piccoli esserini.
Essere madre significa sacrificare il proprio corpo, il proprio tempo libero, le proprie ambizioni e forse anche il proprio diritto di vivere. Ma questo è solo l'inizio del terrore materno che la Moss ci vuole mostrare in questo film.
Tema trattato in film come Huesera e Clock, dove il corpo femminile viene denigrato da una società che ci vuole lavoratrici e madri ma che poi ci toglie questo diritto, oltre alla non accettazione di chi decide di non avere figli.
Questo film, a mio avviso a parecchie buche di trama e sicuramente poteva essere sviluppato in maniera migliore, ciò non toglie che è un'opera perfetta su cui riflettere, dalla scienza alla nascita e alla rinascita, così come sulla morte e su questo mondo che si evolve alla velocità della luce, ma che forse avrebbe bisogno di ritrovare un certo ritorno alle sue radici e ai sui bisogni primari.
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