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Film dallo scenario distopico a metà tra un body e un psychological horror, diretto da Alexis Jacknow e disponibile su Disney+.
Il film tratta una tematica a me molto vicina, in quanto donna che ha deciso di non avere figli. Il film parla proprio della pressione sociale a cui siamo sottoposte sull'avere dei figli e di come veniamo recepite e trattate quando per scelta deliberiamo di non vivere la maternità.
Il film parte bene, con una buona storia che racconta di una donna di successo e realizzata che viene costantemente giudicata per la sua scelta, come se la sua vita non potesse essere piena e soddisfacente anche con l'assenza di pargoli, ma Ella, la protagonista, ci mostra fin da subito che si può essere felici e realizzate anche senza essere madri.
I suoi dubbi iniziano ad insorgere quando le pressioni dell'esterno diventano insopportabili e soffocanti. Dalle compiacenti donne incinte che le sbattono il pancione in faccia, al personale medico impiccione che si intromette nelle sue scelte riproduttive, oltre ad una famiglia che mette in primo piano i propri bisogni egoistici, nonostante la decisione personale della donna, ignorando totalmente i suoi sentimenti.
Decide quindi, dopo una visita ginecologica di controllo, di affidarsi ad un progetto sperimentale sulla rieducazione delle donne verso la maternità.
E fin qui il film sembra funzionare bene, l'idea è ottima e c'è tanto materiale da elaborare, il tutto contornato da un'atmosfera claustrofobica ed inquietante. Peccato che l’opera perda totalmente la bussola nella seconda parte, trasformandosi in un susseguirsi di visioni e distorsioni della realtà per arrivare ad un finale che rasenta il fanatismo femminista.
Se ve ne consiglio la visione? In realtà si, perché nel bene e nel male questo tema deve essere affrontato ed è comunque una pellicola che fa riflettere su più fronti riguardanti la maternità, il corpo femminile, i rapporti sentimentali e i rapporti tra noi donne, che purtroppo molto spesso siamo proprio le nostre peggiori nemiche, e in questo, il film fa un'analisi perfetta e molto realistica.
Inoltre, nel suo essere caotico e voler affrontate sotto-trame che si perdono in un labirinto di trappole idealistiche, fa emergere in maniera eccellente la discesa del trauma e della psicosi esacerbata sulla terapia della fertilità portandolo ad un livello da lavaggio del cervello che passa dalla mutilazione del corpo ad una società che dà sempre più valore alle impostazioni su cosa è giusto e normale e su cosa invece non lo sia, decidendo per il corpo delle donne piuttosto che rispettare la nostra libertà di scelta e il nostro benessere.
Il film ci fa capire bene che in fin dei conti siamo macchine da riproduzione e che nessun'altra via sia degna di rispetto e comprensione.
Ma fatemi dire che non è poi tutta colpa del mondo in cui viviamo che ci vuole madri a tutti i costi, la cosa che fa davvero ribrezzo è che purtroppo molto spesso siamo proprio noi donne a remarci contro e a non capire e non voler capire questa scelta, e in questo il film fa un'analisi perfetta e realistica. Infatti in tutto il film sarà proprio un’uomo a capire e sostenere Ella, che ahimè sarà anche l’unico a rimetterci le penne. In un modo, tra l’altro, iper-prevedibile.
In conclusione, riflettiamo ed impariamo ad essere più tolleranti verso le scelte altrui, anche se non le condividiamo dovremmo imparare a supportarci e a capire che dietro decisioni di questo tipo si nascondo mondi e realtà che neanche immaginiamo, molte delle quali dolorose.
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