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Exhuma


Il film sudcoreano "Exhuma", diretto da Jae-hyun Jang, esplora in modo profondo la cultura di una nazione in cui lo sciamanesimo, il buddismo e il cristianesimo si intrecciano, creando un'atmosfera di fedi divergenti che disorienta lo spettatore. Tuttavia, tutte queste complesse sotto-trame convergono verso un'esorcismo volto a liberare una prestigiosa famiglia coreana-americana dal tormento di un demone.


Le varie influenze storiche e culturali di un paese diviso in due, il Nord e il Sud, dove se uno è un paese libero e all’avanguardia, l’altro è una dittatura castrante e oppressiva. I riferimenti non sono casuali e il film gioca con una trama fatta di stranezze che se all’inizio non trovano un filo conduttore, con il passare della visione diventano più chiare, unendo una all’altra un’eredità, sia genetica che nazionale, con una profondità quasi invisibili ma percettibile e risuonante in ogni suo aspetto.



Il film si apre con lo sciamano Hwa-rim (Kim Go-eun) e il suo partner Bong-gil (Lee Do-hyun) che cercano di liberarsi da una misteriosa maledizione che tormenta il primogenito di Park Ji-yong (Kim Jae-cheol), appartenente a questa famiglia da secoli, ma ben presto scopriranno che dietro la dannazione, nota come “richiamo della tomba”, si nasconde uno spirito ancestrale risentito.


Intraprenderanno così, un viaggio in un luogo lugubre ed infestato al confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord, per riesumare il corpo dell'antenato e trasferirlo in un luogo più sicuro.



Nonostante una sceneggiatura inizialmente poco chiara, il film si sviluppa gradualmente, immergendoci non solo in un mondo di credenze spirituali e materiali, ma trasmettendo anche un messaggio sul credo, la superstizione e la verità terrena. La trama sfida la credulità dello spettatore, con personaggi che scavano ripetutamente la stessa fossa solo per scoprire pericoli del passato ancora più inquietanti.



La regia e gli effetti speciali di alta qualità danno vita a un film, oserei dire quasi innovativo nel genere dell'horror soprannaturale, con un'interpretazione del male sotto forma di una palla di fuoco che crea una delle scene più suggestive e belle del cinema asiatico e non.


Il lavoro sui dettagli, sia dei personaggi che delle ambientazioni, è stupefacente, creando un'atmosfera che mescola il dramma, il thriller e l'horror più contemporaneo, molto gradito al pubblico generalista. Tuttavia, non lasciatevi ingannare: sebbene sia stato un'enorme successo al botteghino nazionale, rimane un film che si rivolge principalmente agli appassionati del genere più di nicchia, desiderosi di scoprire piccole perle nascoste in un panorama cinematografico spesso carente di qualità visiva e narrativa.



Le molteplici storie che si intrecciano potrebbero rendere complesso seguire chiaramente gli eventi, ma è anche importante lasciarsi trasportare dalle evocative immagini, permettendo alla trama di sfumare leggermente mentre la suggestive messa in scena e i suoi protagonisti ambigui, e mai banali, prendono vita.


Nonostante alcuni difetti di realizzazione, Exhuma rimane un'esperienza piacevole che intrattiene e allo stesso tempo mette in evidenza come le diverse radici culturali e tradizionali possano coesistere, mettendo in risalto gli spettri del passato che continuano a influenzare la Corea contemporanea.

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