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Hi8 Resurrectio


Il cinema underground ci regala chicche o ciofeche pazzesche e a volte film che non sappiamo dove collocare.


Ecco questo è quello che ho provato durante la visone di questa pellicola del 2016, diretta da Stefan Sierecki e distribuita dalla Black Lava Entertainment. Un film con un buon inizio, che sembrava avere un buon potenziale di twist & turns per poi prendere una piega che sfocia nell’assurdo.



Un giovane studente di cinema cerca finanziamenti per il suo progetto senza successo fino alla scoperta di un sito chiamato 666films alla ricerca di persone per il loro film. Decide quindi di contattarli. L’indomani si ritrova un’uomo davanti alla sua porta che lo condurrà in un luogo misterioso, il tutto rigorosamente incappucciato, il che non fa presagire nulla di buono, ma questo lo sapevamo già.

Classico scenario da torture-porn, il cui luogo principale del film è una casa abbandonata in mezzo ad un bosco e dove al suo interno possiamo trovare strumenti di tortura, sangue in ogni dove e quant’altro. Quindi ti aspetti un pò una cosa alla Hostel, tanto per intenderci. Ed infettati il filone è un pò quello. Il ragazzo è li per filmare, almeno cosi crede, le torture commissionate da chissà quale potente miliardario, ma poi si iniziano ad intravvedere volti demoniaci e già questo ci fa capire che forse il soprannaturale centri qualcosa. Ed è qui che secondo me il film si perde un pò.



E qui faccio un passo indietro, il giovane all’inizio del film è a casa sua con degli amici dove parte l’idea per una maratona di film della Troma Entertainment, tra cui The Toxic Avengers e Class of Nuke 'Em High.


Questo è un dettaglio molto importante, perché il film nel suo intento cerca di emulare questo genere di film horror-comedy-splatter con uno stile totalmente estremo ed underground. Peccato che cade un po’ nel suo proposito mischiando troppi generi per essere un buon prodotto.



Non che la visione mi sia dispiaciuta, il film è girato bene, buoni effetti e la recitazione non è niente male, anche se la fotografia è, a mio parere, un pò troppo scura e la regia gioca troppo sul vedo non vedo, come se non sapesse che direzione prendere. Per non dire che la storia fa acqua da tutte le parti, troppi punti che rimangono in sospeso, troppe storie che vogliono essere raccontate senza terminarne nessuna e i personaggi al limite del grottesco che però non funzionano e sembrano messi li a casaccio. Si gioca sulla psicologia di traumi non superati, su riti ancestrali e su dubbi personaggi che non vengono mai approfonditi, perdendosi in un susseguirsi di atrocità senza senso per un finale che lascia al quanto perplessi.



Un vero peccato, perché aveva del gran potenziale, e per essere stato descritto dalla rivista Dead Ends come "Inferno splatter intriso di sangue - malato, perverso, geniale”, mi aspettavo qualcosa di più.

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