Le 13 Confessioni di Domiziano Cristopharo
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Dalla regia sei passato ad un nuovo percorso artistico che vede il tuo corpo come mezzo espressivo principale. Da dove nasce questa necessità? Se così possiamo definirla…Puoi raccontarci qualcosa di più?
Racconto volentieri, anche perchè la risposta e' una "rettifica doverosa": il cinema e' stata la parentesi, se vogliamo il "nuovo percorso"... io nasco come performer e danzatore, ho fondato la mia prima compagnia di teatro a 20 anni e ho lavorato in teatro come attore e cantante fino al 2015 in maniera abbastanza continuativa. Son stato preso in prestito per il cinema come attore (FANTASTICHERIE DI UN PASSEGGIATORE SOLITARIO di P. Gaudio), doppiatore ed effettista (miei gli FX di SOLE NERO di Krisztoff Zanussi o di TWO FAMILIES di Romano Scavolini), ma son sempre stato un performer, e la centralità del corpo come mezzo espressivo/comunicativo e' infatti un tema ricorrente anche nei miei film.
Ho ripreso a fare teatro attivamente lo scorso anno, e direi con interessanti risultati, fondando la compagnia MATERIA PRIMA composta da vari performer che si alternano: Luis Lemos Paez, Chiara Pavoni, Kevin Poblador Torres e me.
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Dirigi, canti, balli, fai pole dance…in quale disciplina ti senti più a tuo agio e quale rispecchia al meglio la tua personalità artistica?
Sicuramente il performer a teatro... che sia come cantante che come attore o danzatore! La pole la faccio come sport e basta. Sicuramente preferisco esprimermi con il Butoh, come attore tradizionale non mi sento un granchè, ma posso capire che il "personaggio" funziona.
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Puoi dirci qualcosa di più riguardo alla disciplina Butoh e come te ne sei appassionato?
Ho scoperto il butoh facendo teatro-danza (avevo 20 anni, ora 50), e poi grazie a un seminario con Masaki Iwana, uno degli ultimi performer e maestri della scuola "originale" me ne sono totalmente innamorato.
Di origine giapponese, e' qualcosa che va ben oltre la danza: non si tratta di uno stile, ma di un vero e proprio sistema di tecniche ed espressioni corporali che fondono il teatro, la danza e la performance.
È quindi qualcosa che si avvicina moltissimo ad una forma d’arte a sé stante e che se non ci si affida solo ai sensi, può risultare di difficile comprensione.
L’origine del Butoh (a volte anche Butō) è in Giappone, a cavallo fra il 1950 ed il 1960: la guerra che era appena terminata lasciava nel Paese nipponico delle ferite difficili da rimarginare, che riportavano alla mente le tragiche vicende di Hiroshima e Nagasaki.
Era dunque una cultura dominata da una forte contrapposizione tra il desiderio della ricostruzione e la pesante eredità bellica.
Questo corpi bianchi, nudi, che tremano e cercano con fatica di rialzarsi dal suolo, sono un grido di rinascita e disperazione.
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Nel tuo cinema sono presenti molte scene di nudo maschile. Se l’immagine e la rappresentazione del nudo femminile è ormai sdoganata e accettata, questo non si può dire riguardo alla nudità maschile, che ancora oggi è un tabù e suscita un certo disagio. Quali pensi siano le ragioni dietro questa controversia?
Falsi moralismi sfruttati da Religione e Politica centrodestrista a parte, per la storica dell’arte Eva Kernbauer, che insegna all’Università di Arti Applicate di Vienna Il problema è; "il significato associato storicamente alle immagini dei corpi nudi di uomini e donne”. Secondo l’esperta, questi sono stati rappresentati sempre in modo diverso: “La nudità maschile è storicamente legata alla forza, all’invulnerabilità e all’eroismo, al contrario del nudo femminile, associato alla bellezza erotica”. Per questo il nudo femminile non minaccerebbe affatto gli occhi degli osservatori: “La nudità femminile è vulnerabile, perché riconosce lo sguardo di chi guarda”.
Gli uomini nudi in Cinema (Noe, Ozpeteck), TV (il pene di GARKO in VALENTINO, le serie OZ o SPARTACUS) e nei media in generale non sono una novità. Né lo sono i cubisti in discoteca, i fustacchioni nel mondo dello sport. Eppure, ogni volta che ne appare uno, si parla di “eccezione che conferma la regola”. Ci siamo abituati al nudo femminile ripreso sotto ogni angolatura, prospettiva, dettaglio anatomico. È curioso osservare che davanti a un nudo maschile scatta invece un ritrovato pudore, un brivido di disagio e imbarazzo.
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I tuoi film molto spesso propongono immagini di tortura o mutilazione di genitali maschili. Questo elemento è più un’atto liberatorio oppure provocatorio?
Oddio no, non e' vero... e' una leggenda metropolitana... che se anche fosse vera non mi turberebbe affatto (fra l'altro sono io la controfigura delle scene del PENE in SACRIFICE di Poison Rouge): c'e' una castrazione a morsi in Hyde's Secret Nightmare, che Roberta Gemma attua a un ragazzo che non vuole mettersi il preservativo... atti di autolesionismo in DOLL SYNDROME, il ferro da stiro sulle palle dello stupratore in XPIATION come forma di vendetta della donna stuprata... e in 61 SCORECARD KILLER ma abbiamo solo inscenato quanto Randy Kraft (a cui il film e' ispirato) faceva davvero alle sue vittime. Ho fatto oltre 20 film, direi che non e' poi una media cosi frequente.
Liberatorio non direi, nei miei film non ci sta nulla che mi rappresenta personalmente, non ho nulla da sfogare, solo storie da raccontare per lo più ispirate ai fatti reali di cronaca nera.
Provocatorio, forse: se nessuno trova strano vedere la Huppert che si masturba con un coccio di vetro ne LA PIANISTA, ma resta sconvolta dal pene tagliuzzato in DOLL SYNDROME, allora c'e proprio bisogno che il corpo dell'uomo sia normalizzato un po' di più!
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Durante le riprese dei tuoi film, quali scene ti hanno divertito maggiormente e quali invece ti hanno messo più a disagio?
Disagio 0. Ne per me, ne per i miei attori. Come si può vedere dagli extras dei backstage vari, anche nei film più duri e crudi il clima sul set e' sempre iper disteso e giocoso. Evito di circondarmi di quel tipo di attore/attrice che deve e vuole soffrire per fare un ruolo... preferisco chi recita.
Una volta un tecnico e' svenuto durante una scena di tortura abbastanza realista... ma io credo sia stato più per la stanchezza che per la scena in se visto che sapeva che era tutta una messa in scena.
Il film che mi hanno divertito di più sono 2: ELDORADO e THE OBSESSED (last days of Ricardo Lopez).
Il primo perchè sebbene sia un film e tutto inscenato, comunque siamo stati davvero in luoghi "magici" e sulle tracce di riti santeri, quindi e' stato davvero emozionante... al 60% abbiamo vissuto quei GG proprio come si vede fare ai personaggi nel film.
OBSESSED perchè e' un film strapieno di Effetti Speciali pratical e forse quello con le riprese piu' lunghe (quasi un mese) e Jacopo Tomassini (attore e anche effettista del film) e' una persona straordinaria e simpaticissima... son state belle settimane quelle!
Il lavoro piu' duro forse e' stato LA PERDICION perche soffro il mal di mare ed'è tutto ambientato in una barca...
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C’è una certa soddisfazione nello suscitare sia ammirazione che disgusto nel pubblico? E quale emozione vorresti che le persone provassero di fronte alle tue opere? Sia nel cinema che in teatro.
A teatro faccio cose totalmente differenti dal cinema... mi sta bene che le persone escano shockate dalla visione di un mio film, ma anche "addolorate" perchè in fondo io credo che i miei film siano dei drammi a tinte forti, e spesso raccontano storie di estrema solitudine e sofferenza... e mi fa piacere quando questo aspetto arriva.
A teatro, lavoro su un piano molto piu sensoriale: niente musica, luce solo di poche candele, i corpi nudi. Il messaggio e' di evoluzione, elevazione e trasformazione quasi alchemica.
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Ci sono delle storie o scene, nei film o nei libri, che ti colpiscono particolarmente, creando in te una sensazione di disagio?
Nei libri si, nel cinema accade raramente. Pasolini e' uno di quelli che riesce a prenderti a schiaffi davvero, anche dopo 40 anni. Quando vedo questi film "recenti" dove tutti si son sentiti scomodi (da 50 sfumature a CLIMAX) onestamente mi dico... BAH.
Un paio di film abbastanza recenti che mi ha fatto "male" sono THE BABY OF MACON di Greenaway e BLANCANIEVES di Pablo Berger.
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Cosa pensi della tendenza attuale nel cinema più generalista, in cui si osserva una predominante mancanza di originalità e una ripetitività nei temi e nei soggetti trattati, che spesso non portano a nuovi punti di vista, ma seguono piuttosto un modello standardizzato, come per esempio l'invasione attuale di remakes di grandi classici?
Che il bel cinema di una volta ce lo scordiamo... non era una industria fatta per macinare soldi e basta, ma si lanciavano e scoprivano attori in risposta al lancio di altri attori, mentre ora come uno fa successo tutti lo spremono fino a spogliarlo di ogni possibile interesse e significato.
Si cercava di fare ogni volta il FILM dell'anno (se non del secolo), mentre ora vogliono solo fare il film INCASSO SICURO. Idee nuove... poche. Son ignoranti i produttori di oggi, preferiscono investire in cose che conoscono. Non che manchino autori o pubblico, mancano produttori veri.
Ho molto apprezzato LIGHTHOUSE, THE WITCH e STORIA DI UN FANTASMA, raramente si son viste produzioni cosi coraggiose negli ultimi 20 anni.
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Qual'è la tua posizione riguardo alle grandi piattaforme di streaming, come Netflix o Prime, che a piccole dosi stanno aggiungendo al loro catalogo prodotti più Indie e di nicchia, che si avvicinano al cinema di genere estremo? Credi che questo possano avvicinare e rendere più accessibile questo tipo di genere ad un pubblico più ampio?
Non son mai stato turbato dall'arrivo di queste piattaforme, demonizzate da subito dai soliti fanatici. Il cinema non ha ucciso il teatro, come si diceva, e la TV non ha ucciso il cinema ed il teatro, come si diceva...NETFLIX o AMAZON Prime non uccideranno nulla. Offrono contenuti diversi, fra l'altro a un pubblico diverso. Netflix ha fatto alcune produzioni anche coraggiose e interessanti che il cinema si sogna di fare (THE BABYSITTER) e ha presentato autori che altrove si son trovati porte in faccia (vedi OZ PERKINS) permettendogli poi di emergere.
Se si vuole contrastare la crisi del cinema, pensassero a riportare i veri film al cinema e non la feccia che producono. Il discorso dei film più di nicchia e' dovuto credo più al fatto che han bisogno di fare catalogo e riempire il più possibile l'offerta, non credo ci sia da parte loro un voluto piano di sensibilizzazione... ma ben venga la casualità.
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In che modo il cinema horror estremo ha arricchito la tua espressività artistica e cosa ti ha spinto ad esplorare questo genere cinematografico, per poi allontanartene?
Ho esordito con un film che fu scioccante al punto da causare controversie legali e essere bloccato per anni (HOUSE OF FLESH MANNEQUINS), il mio linguaggio più che estremo direi che e' sempre diretto e senza filtri! Ma seguo semplicemente le necessita di uno script, ho fatto moltissimi film che non han nulla a che vedere con l'estremo: MUSEUM OF WONDERS, DARK WAVES, TWO LEFT ARMS, SHOCK, TRANSPARENT WOMAN, NIGHTMARE SYMPHONY per citarne solo alcuni... sicuramente l'extreme ha una sua nicchia molto POTENTE e alcune mie produzioni (AGP: SACRIFICE, TORMENT, XXX DARK WEB) si son create uno status di cult istantaneo, raggiungendo un pubblico internazionale in brevissimo tempo e permettendomi di farmi un nome.
Purtroppo il pubblico dell'estremo e' spesso formato da personaggi che non rappresentano il tipo di pubblico che mi aspettavo... ci son persone che vedono un SALO' solo per il nudo o solo per le torture... ecco, diciamo che interfacciarmi con persone che godono del film solo perchè lo vedono un media che sollazza le loro morbosità deviate non fa piu' per me.
A ogni film mi sentivo dire EH MA NON E' ESTREMO... e che vuoi di più da un film dove uno decapita la vittima e con la testa mozzata ci scopa? Questi vogliono ogni volta di più... ma io mica posso fare film per deviarmi e pensare a come soddisfare certe fantasie. Io voglio fare film che siano prima di tutto film con una storia.
Negi ultimi film infatti mi sono proprio allontanato, non solo dall'extreme ma anche dall'horror in senso stretto: LA PERDICION e' un dramma, ELDORADO un road movie, 4 HALLOWEEN un horror comedy trash...
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Tornando indietro quale film rifaresti diversamente e perché?
Sicuramente rifarei MUSEUM OF WONDERS secondo lo script originale che lo voleva horror extreme... ma dopo HOUSE OF FLESH la produzione era terrorizzata di altre censure e problemi legali... ma anche XPIATION lo rifarei, con un attore di colore come prevedeva lo script... purtroppo il protagonista ebbe un incidente prima delle riprese, e lo sostituimmo con uno Latino, ma che purtroppo non ha aiutato tantissimo nel creare il sottotesto di razzismo che era parte fondamentale dello script.
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Per concludere…Puoi dirci qualcosa del film a cui stai lavorando?
Riguardo l'ultimo film, posso dirti che e' una storia d'amore e morte, come quasi tutte le mie storie nei film. L'ho girato in 17 mesi, usando digitale, pellicola e VHS... ma non per sfoggiare tecniche strane etc, quanto più per trovare uno stimolo, anche tecnico, e confrontarmi con qualcosa che mi facesse uscire dalla mia confort zone e stato di apatia verso i film.
Sono molto soddisfatto del risultato ed è molto personale. Il tema trattato e' davvero inusuale e tengo riserbo fino all'uscita solo perchè ci sono un paio di personaggi li fuori, che copiano ogni cosa io faccio, facendola male, in fretta e quindi facendola uscire pure prima di me per prendersi i meriti dell'idea.
Non mi scoccia avere questi copioni in giro, anzi in qualche modo mi lusinga... ma sai io non sono Scott con ALIEN, che se fai ALIEN 2 non mi danneggi più di tanto: sono indie, ho una piccola nicchia di seguitori e di MERCATO e avere gente che svaluta il valore del film regalandolo alle label, mentre tu cerchi di vendere la stessa idea, e' un danno enorme, e purtroppo molti distributori vendono il titolo e il concetto del film (in sintesi la cover) quindi non han interesse a fare una selezione di qualità... quella la farà il pubblico col tempo.
Qui di seguito vi lascio i link dove trovare Domiziano Cristopharo e i suoi lavori/progetti:
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Bellissima intervista 👏🏻👏🏻