Megalomaniac
Il film diretto da Karim Ouelhaj, prende spunto da un reale fatto di cronaca, del più efferato serial killer che il Belgio abbia mai conosciuto soprannominato dai media, The Butcher of Mons, la sua identità è ancora oggi sconosciuta.
Questo film riprende il filone della French New Extremity con una forte componente di Horror Psicologico, portandoci dentro la casa del mostro, ormai deceduto, ma abitata dai due figli ancora in vita e che portano con sé tutto l'orrore che il padre ha commesso.
Il figlio ha seguito le orme paterne diventando a sua volta un'assassino, mentre la figlia è una ragazza con evidenti traumi mentali che viene vessata ripetutamente sul lavoro, fino ad arrivare all'atto più atroce che una donna possa subire. Da qui la sua mente già vacillante sprofonderà nella più pura e devastante follia e dissociazione di sé.
Una storia che trova il suo inizio nei fantasmi del passato, dove abusi e violenza hanno creato a sua volta mostri della psiche con cui è impossibile combattere, portando ad un'inevitabile psicosi, che non può che terminare ripercorrendo uno schema sanguinolento e vendicativo dove solo il sangue trova la sua liberazione.
Una dura riflessione sull'indifferenza del mondo davanti alla tragedia e del sentimento di inadeguatezza e frustrazione che la vittima cova dentro di se incapace di chiedere aiuto forse anche per una celata consapevolezza di non ricevere nessun aiuto. Oltre ad un ritratto di un mondo patriarca che vede le donne come un passatempo delle piu sadiche perversioni in cui la stessa Martha troverà conforto. Quasi una metafora alla rassegnazione del ruolo che ci spetta sin dalla nascita e che sembra non poter essere cambiato.
Il tutto contornato da un'atmosfera che ricorda la pittura barocca, con forti contrasti di luce e ombre che rendono il film ancora più inquietante e trasferisce in noi quel senso di stordimento solitario che avvolge Martha e il fratello Félix.
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