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PVC_1



PVC-1 è un film del 2007 girato in un’unico piano sequenza, girato in tempo reale e senza alcun montaggio, diretto da Spiros Stathoulopoulos, regista colombiano di origini greche.


Parzialmente ispirato da una storia vera in cui una famiglia colombiana viene presa di mira da membri di una rete terroristica, che minaccia la madre mettendole al collo un'ordigno esplosivo come atto simbolico di estorsione e supremazia.



Il film ci introduce in un mondo in cui noi spettatori ci infiltriamo nelle vite dei personaggi. L'assenza di colonna sonora produce un silenzio straziante che ci fa sentire come se fossimo dentro le riprese.


Questa componente pubblico-partecipante porta gli spettatori a vivere e sentire il terrore che questa famiglia, vittima d'estorsione, sta vivendo in un ambientazione claustrofobica ed atroce.



La trama è tanto semplice quanto realistica, permeata da tensione e terrore. Il regista con maestria trascina gli spettatori in un dramma ambientato in un paese fortemente legato alla religione cattolica, il simbolismo religioso come il rosario stretto nelle mani della madre sono un chiaro segno di richiesta di redenzione da un peccato non commesso, ma corrotto dei cartelli e da spietati estorsori determinati a dominare il territorio a ogni costo.



85 minuti di pura inquietudine, da cui sarà difficile togliere lo sguardo, facendoci immergere completamente nella disperata ricerca di sopravvivenza e di un lieto fine.


Le crude immagini iniziali dell'irruzione violenta in una casa ci catapultano senza indugi nel cuore di un film che non concede spazio a divagazioni corrive, dove l'ansia è padrona e persiste anche dopo la fuga dei malviventi. Anzi il crescendo di tensione aumenta sempre più, culminando in un finale forse prolungato ma decisamente nevrotico, che ci lascia con il cuore che battaglia all'impazzata davanti a tanta disperazione mista alla speranza.



Qui siamo davanti ad uno dei film più estremi, dove non c'è sangue o pratiche di torture disumane, ma l'orrore estremo lo si vive nella violenza psicologica che ci martella da dentro, lasciandoci intontiti ed increduli davanti alla più perfida ed indifferente crudeltà dell'essere umano.

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