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Quien Puede Matar a un Niño?

Pellicola del 1976 diretto da Narciso Ibáñez Serrador e conosciuto in Italia con il titolo “Ma come si può uccidere un bambino?”. Purtroppo secondo ed ultimo lavoro cinematografico del regista insieme a “Gli Orrori del Liceo Femminile”.


Il Film inizia con dei titoli di testa in cui ci viene mostrato con materiale d'archivio immagini reali molto crude di Auschwitz e di altre guerre tra cui quella di Corea e del Vietnam, elencando il numero di vittime minorenni in ognuno dei conflitti, il tutto accompagnato da una cantilena bambinesca che già ci farà “pentire” di avere schiacciato il pulsante play.


Il lungometraggio è un crescendo di tensione che non ci abbandona mai e ci lascia con un senso di rabbia, frustrazione, angoscia e terrore puro, al limite della violenza psicologica, chiarendo fin da subito una delle basi principali su cui si fonda la storia: le conseguenze a cui molti bambini sono sottoposti nei conflitti armati e nei crimini contro l’umanità. Il tutto viene girato su una pacifica isola al largo della costa spagnola, che richiama alla spensieratezza e alla felicità, ma l’inganno è dietro l’angolo.


Ancora oggi associamo il genere horror all'oscurità; infatti, la maggior parte di questi film si svolgono di notte o in luoghi tetri, e ottenere questa tensione e questo disagio alla luce del sole come fa questo film è qualcosa di molto difficile da ottenere e degno di ammirazione, un pò come succede in film del calibro di Midsommar o The Wicker Man, dove l’orrore non sta nelle lugubri ambientazioni al chiaro di luna abitati da mostri o Serial Killers incappucciati, qui l’orrore è la natura stessa dell’uomo.


Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tanta crudeltà dove la più pura innocenza viene corrotta dalla più crudele delle violenze. Se ad inizio film proviamo compassione e disgusto per quello che l’uomo è in grado di fare verso i più deboli ed innocenti, durante la visione ci troveremo a provare esattamente l’opposto, ma anche a capire il loro movente e le loro intenzioni vendicative contro coloro che hanno tolto a questi bambini il diritto di essere tali.


Il Film è una metafora del nostro futuro e anche un'allegoria della nostra società, la cui lettura morale è chiara: i bambini hanno tutte le ragioni per ribellarsi agli adulti.


Dopo più di quarant’anni, l'atmosfera di questa piccolo gioiellino spagnolo è ancora claustrofobica come allora e, purtroppo, i bambini sono ancora le principali vittime della violenza strutturale.


Forse un giorno decideranno di “giocare” seriamente e allora per noi adulti potrebbe essere la fine.

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